Darwin e l'entropia

Sono un darwinista, e considero la teoria della selezione naturale, una delle maggiori conquiste dell'umanità. Mi piace la statistica, le probabilità, e mi ha sempre affascinato l'entropia. Metteteci dentro recenti letture su Dembski ed il creazionismo, shakerate a dovere, ed avrete un cocktail spero gradevole : questo post.
Entropia = caos = disordine = stato massimamente probabile.
100 molecole di gas in un dato volume, la probabilità che si situino tutte da una parte, in metà volume, anzichè disperdersi uniformemente, esiste, anche se è piccolissima.
Se ad ogni secondo vi fosse la possibilità di cogliere una ridistribuzione delle molecole in moto nell'interno del volume facendo una fotografia, potrebbe capitarci di vedere, tra le tante possibili distribuzioni casuali, anche un addensamento (casuale) di tutte le molecole in una metà del volume, almeno se prolunghiamo il tempo d'osservazione fino a 2^100 secondi, equivalenti a 4 × 10^22 anni. L'età dell'universo è decine di miliardi di volte inferiore !
Dembski riprende un calcolo di Seth Lloyd, secondo cui il limite di "operazioni ", intese come reazioni fisiche, che l'intero Universo può aver effettuato in tutta la sua storia è di 10^120.
Ci sono 20 amminoacidi, come le lettere di un alfabeto. Prendiamo una proteina semplice, che sia costituita da 100 aminoacidi (ce ne sono di molto più complesse, con svariate centinaia di aminoacidi ). La probabilità che, casualmente , si venga a formare questa proteina è di 20^100, circa 1,37 * 10 ^130, che eccede il limite di Lloyd.
Che i calcoli siano o meno giusti, sottolineo una concetto importante : il grado di " specificità " della vita, il suo supremo ordine, la sua entropia mostruosamente bassa, richiedono un " bacino " di possibilità superiori all'intero universo considerato nella sua lunghissima storia.
La probabilità che si arrivi casualmente a questo stato di cose, per esempio all'emoglobina (146 aminoacidi) , è così bassa, che gli atomi che costituiscono l'intero Universo (10^65), permutati ad agire casualmente uno con l'altro per miliardi e miliardi di anni, non avrebbero fornito un sufficiente numero di tentativi.
L'evoluzione, vista come il frutto di una cieca selezione naturale casuale, randomizzata, non avrebbe potuto, da sola, portare a tale stato di " meraviglia ", di eccezionale unicità, di bassissima entropia, che è la vita.

E allora come ci si è arrivati ? Dembski parla di disegno intelligente, quel quid, quel nous che avrebbe fornito il necessario surplus di informazioni, che avrebbe pilotato, e reso possibile tale rarissimo evento. L'intervento quindi del creatore.
Non mi associo, non in quanto non credente (non so neanche se credo) , ma perchè a me, qui, interessa esclusivamente il ragionamento che porta a dubitare della selezione naturale : che è, cioè, matematicamente impossibile che tutto quanto sia stato raggiunto casualmente.
Anche quando la studiavo, la selezione naturale, sebbene mi affascinasse, quasi mi stregasse, ogni tanto mi lasciava qualche punto interrogativo.
Ecco un esempio della sua bellezza. In un parco inglese, osservarono che le farfalle, anni prima, erano prevalentemente di colore chiaro, come le cortecce degli alberi. Adesso che, con lo smog, gli alberi erano diventati quasi neri, le farfalle erano, praticamente tutte, nere.
La chiave di volta sta in quel quasi, e nel considerare " l'agente selezionatore " : gli uccelli !
Continuamente nascono, per mutazione, farfalle chiare e farfalle scure, e si posano tutte sugli alberi. Quando questi avevano la corteccia chiara, le farfalle chiare erano praticamente invisibili, per gli uccelli, mentre le nere venivano facilmente individuate e mangiate !
Quelle chiare avevano quindi un enorme vantaggio selettivo, potevano vivere e riprodursi in santa pace, e costituivano praticamente l'intera popolazione dei lepidotteri.
Col tempo l'azione dello smog scurì le cortecce degli alberi... la situazione si capovolse, e le poche farfalle nere che venivano alla luce per mutazione spontanea, a poco a poco si accrebbero di numero, riproducendosi senza più il freno costituito dall'azione degli uccelli.
Per le farfalle chiare iniziò un rapido declino... visibilissime sugli alberi scuri venivano facilmente catturate e divorate.
Ecco come la selezione adatta le caratteristiche di una specie, alle condizioni ambientali. Non è una spinta conscia, non si vuol raggiungere nessun fine specifico, non è la farfalla che cambia colore per sopravvivere, per mimetizzarsi; semplicemente, di volta in volta, l'ambiente opera una crudele selezione, permettendo agli individui più adatti (venuti alla luce per caso, e quindi più fortunati in un certo senso) di continuare l'avventura della vita.
Ma qui la mutazione chiaro / scuro, sebbene possa aver interessato un singolo gene, è stata determinante, quasi drammatica, nella sua efficacia : bianco / nero = vita / morte.
Diventa estremamente più difficile comprendere, come piccolissime variazioni, apparentemente insignificanti, possano analogamente costituire un vantaggio selettivo capace di tramandarsi alla discendenza.
Certi adattamenti prodigiosi, richiedono diversi stadi per giungere ad un organo che possa espletare una funzione chiaramente più favorevole. Viene invocato il fattore tempo, tempi lunghissimi, ma rimane il dubbio di come questi fortunati fattori concatenati, possano essersi affermati.
Parlo spesso di fortuna, perchè la quasi totalità delle mutazioni è dannosa, e non comporta alcun vantaggio, anzi crea un deficit, in qualche funzione, a volte grave, e che pregiudica cioè la sopravvivenza.

Ritornando al problema centrale, una teoria prestigiosa, come l'Evoluzione, viene valutata, pesata, probabilisticamente. Appare impossibile, secondo Dembski ed altri creazionisti, che un simile stato di ordine, di bassa entropia, possa essere stato raggiunto casualmente.
Calcoli giusti o errati ? Secondo alcuni la " base " di partenza è enormemente più ampia, perchè esistono molteplici universi (Multiverso), che darebbero quindi luogo a risorse probabilistiche illimitate, ma è un po' come metterci una pezza, non trovate ?
Disegno intelligente ? Multiverso ? Fatto sta che l'approccio matematico ad una teoria squisitamente biologica, apre nuovi orizzonti e, come sempre, nuove domande.

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