Ettore e Andromaca

Ettore e Andromaca 1924 (De Chirico)

"Sventurato, il tuo ardore sarà la tua rovina, e tu non hai pietà
di tuo figlio che ancora non parla e di me digraziata,
che vedova presto sarò di te: t'uccideranno presto gli Achei
tutti insieme saltandoti addosso; sarebbe meglio per me
scendere sotto terra, se restassi senza di te; perchè non avrò
alcun altro conforto, quando tu abbia seguito il tuo destino,
ma solo dolori: io non ho nè padre nè madre."

"Ma morto piuttosto mi copra la terra gettatami sopra,
prima ch'io senta il tuo urlo, oppure ti sappia rapita!"
Detto così, Ettore splendido tese le braccia a suo figlio:
ma si voltò indietro il bambino piangendo sul petto alla balia
dalla bella cintura, spaventato alla vista del padre,
perchè ebbe timore del bronzo e del cimiero crinito,
come lo vide oscillare pauroso giù dalla cresta dell'elmo.
Risero allora di cuore suo padre e la nobile madre;
subito l'elmo si tolse dal capo Ettore splendido,
e lo depose per terra tutto scintillante;
quando poi ebbe baciato e palleggiato in braccio suo figlio,
disse rivolto in preghiera...

Detto così, rimise in braccio alla moglie
suo figlio; quella lo prese sul petto odoroso
insieme ridendo e piangendo; ne ebbe pietà il marito a vederla,
la sfiorò con la mano, articolò la voce e disse:
"Mia cara, non affliggerti troppo in cuor tuo;...

Detto così, Ettore splendido riprese il suo elmo
a coda di cavallo; se ne andò a casa la sposa
voltandosi spesso all'indietro, piangendo lacrime amare.

Ettore e Andromaca (Iliade VI, vv. 407... 496)

Nel quadro di De Chirico si coglie, oltre all'amore, il mesto presagio della fine vicina, è un tenero addio. Omero... "quella lo prese sul petto odoroso insieme ridendo e piangendo"... ha bisogno di commenti ?

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