Nietzsche e Heisenberg

Nietzsche sostiene che i fatti in sé sono stupidi : occorre l’interpretazione.
La famosa espressione: “ non esistono fatti, ma solo interpretazioni “ deve essere intesa in questo senso: ogni fatto che ci viene tramandato, o semplicemente raccontato, non è mai il fatto in sè, ma è sempre un’interpretazione da parte di chi ce lo racconta.
L'interazione tra realtà ed interpretazione, un " pallino " classico della filosofia, mi fa venire in mente il " Principio di Indeterminazione " di Heisenberg.
Il principio di Heisenberg collega coppie di grandezze fisiche come la posizione e la quantità di moto (x e p) oppure il tempo e l'energia (t e E). Se in un dato istante di tempo si misura con estrema precisione una delle tre coordinate di un oggetto (cioè se l'errore sulla misura di quella coordinata è molto piccolo) allora sarà impossibile misurare nello stesso istante, in modo preciso, la componente corrispondente della quantità di moto p dell'oggetto.
In parole povere, " con più precisione conoscete la velocita', più aumenta l'incertezza sulla posizione o viceversa ". " Mutatis mutandis ", è impossibile conoscere la realtà, perchè la " misurazione " stessa di questa, la altera !
Volete sapere in questo preciso istante dov'è l'elettrone che ruota vorticosamente attorno al nucleo ? Per saperlo inviate un raggio di luce... ma il fotone, interagendo fatalmente con l'elettrone, ne altera la posizione, rendendo quindi impossibile determinarne l'esatta ubicazione.
Dovete accontentarvi di " probabilità ", di zone di densità entro cui l'elettrone può situarsi, anche se Einstein non è mai stato d'accordo: per lui l'elettrone doveva situarsi in un punto preciso ed univoco nello spazio e nel tempo.
Per quello che può valere la mia opinione, in questo consesso di giganti, la mia impostazione deterministica mi fa odiare la meccanica quantistica... anche se alla base c'è un ovvio deficit di comprensione della materia !

Nessun commento:

Posta un commento