Walking in NY



Ogni tanto ci si imbatte, senza volerlo, in filmati più o meno recenti. Qui siamo a New York, durante la vacanza del 2009. Già dalla prima immagine, quella del Truck che ricorda il film " Duel " , e dalla marea di taxi gialli, un'emozione profonda mi colpisce alla bocca dello stomaco : NY !!!
Il rumore così caratteristico del traffico: un misto di motori, clacson e campanelli di biciclette, è unico; e quell'effetto di eco che fa, rimbalzando più volte fra i grattacieli, che lo ovattano e lo rendono un brusio di fondo stabile, costante, ubiquitario.
Mancano solo gli odori così caratteristici, hot-dog e patatine fritte soprattutto, ma anche pesce e verdura, dipende se si percorra un'elegante avenue, o se si svolti a 90° in una maleodorante street.
Città irripetibile, dove in un attimo si passa dal lusso più sfrenato a case popolari, in mattoni, con le scale di emergenza a zig-zag come si vede nei film, e con i serbatoi per l'acqua sui tetti.
E poi la folla, quella marea umana, incessante, inarrestabile, polifonica, in cui tutte le lingue del mondo si mescolano, e tutte le razze, ed ogni condizione sociale.
Fa girare la testa... e quei marciapiedi larghissimi, ed i negozi sfavillanti, con quelle vetrine che sembrano delle calamite.
A proposito di shopping, nel filmato seguo docilmente moglie e figlia, che prese da un raptus compulsivo, camminano come in una favola di specchi e luci. Negozi prestigiosi, la famosa scala bianca nell'emporio Armani... mai mi sono sentito così escluso, come in un'altra dimensione, a cercare di capire cosa possano provare una donna ed una ragazza a passeggiare per la Fifth Avenue...

Eco dall'infinito

Spesso la sera seguo, alla televisione, puntate scientifiche sull'universo, tra cui la serie curata dal grande Hawking. Mi affascina come l'incredibilmente piccolo e l'incredibilmante grande parlino la stessa lingua, e siano molto più vicino fra di loro che a noi...
L'origine dell'universo, la sua mostruosa grandezza, e bellezza, e le teorie della fisica subatomica, così al di fuori della nostra quieta e quotidiana concezione del mondo.
Numeri che fanno venire le vertigini : duecento miliardi di galassie, ognuna con circa duecento miliardi di stelle. Quattordici miliardi di anni luce... il mio orecchio percepisce i suoni, li traduce in parole e credo di capirne il significato, ma appena ci rifletto un po' su, comprendo solo una cosa : è il senso che mi sfugge.
Sono le proporzioni, le misure, così al di là della mia mente.... "io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura".

Quante volte lo fai ?

Come appendice al mio post sulla statistica QUI , ecco una barzelletta che mi è sempre piaciuta, forse perchè la tematica mi è " congeniale "... hihi

Statistica

E' indetta una grande conferenza tra sessuologi. Ad un certo punto, dopo che hanno parlato in molti, si alza l'ultimo sessuologo e dice:
- Io mi sono specializzato in statistiche. Con il nostro lavoro abbiamo potuto dividere gli italiani secondo il numero di volte che fanno l'amore. Come conferma di questi dati si alzeranno in piedi quelli nella sala che appartengono ai gruppi che descrivero'.
Allora: il 38% degli Italiani fanno l'amore almeno due volte alla settimana. Provate ad alzarvi! Molti si alzano, e tutti i presenti si stupiscono di come effettivamente all'incirca il 38% dei presentii in sala si siano alzati.
- Poi, il 33% degli Italiani fanno l'amore almeno due volte al mese. E di nuovo si alza circa il 33% delle persone presenti in sala.
- Il 23% degli Italiani fa l'amore almeno una volta ogni 3 mesi. Si alza il 23% dei presenti. Quelli che si sono alzati si guardano con aria triste ed un po' rammaricata.
- Il 5.8% degli Italiani fa l'amore almeno una volta ogni 6 mesi! Timidamente, molto vergognosamente, si alza un piccolo gruppettino di persone, che si guarda con aria molto avvilita.
- Infine, c'e' un piccolo 0.2% che fa l'amore solo una volta all'anno!!
Improvvisamente, tutto contento, si alza uno in fondo alla platea e grida:
- Sono ioooo!! Sono iooo!!!
Tutti lo guardano esterrefatti.
- Guardatemi!!! Sono qui!! Evviva!!! Sono iooo!!
A questo punto il vicino timidamente gli chiede:
- Scusi, ma fa l'amore una sola volta all'anno, come fa ad essere cosi' contento?
- PERCHE' E' STASEERAAAA!!!

Salustri


Musica, testo, immagini... non so, so che mi sono commosso. Forse il finale... che riporto :

" Esistono solo due attimi infinitesimali, in cui io come tutti gli uomini, posso osare di dire che la montagna è stata davvero mia.
Il mio primo gemito, quando schiudendo gli occhi, l’ho vista per la prima volta, ed ora, che sento le membra stanche e pronte al riposo.
Lo sai cos’è il Salustri, è una parola friulana intraducibile; è l’attimo tra la vita e la morte. Un attimo in cui la luce si fonde con le tenebre, dove all’unisono alba e tramonto ti accompagnano. E’ un attimo irripetibile, con cui potrai rispondere a chi ti chiederà “Di chi è la montagna ?  ".

In rete ho trovato questa definizione del poeta Pierluigi Cappello :

“ Salustri è una pausa celeste fatta di lucentezza, è uno squarcio d’azzurro… c’è stata grandine prima e ci sarà grandine dopo, è quel tra, è quello squarcio di azzurro tra due temporali, o anche nel mezzo di un temporale che salustri riempie e scatena tutta la sua potenza. Allo stesso tempo, in friulano, salustri è quello sprazzo di lucidità che un uomo ha un attimo prima di morire. Tradurre salustri in italiano sarebbe come ripulirla dal tempo accumulato, come estirpare una radice e non voler accettare tutte le forme residuali che porta con se, spogliarla dal suo giacimento. Salustri è l’esempio di questa linea senza soluzione di continuità tra la biologia e la metereologia. L’italiano non ha questa possibilità espressiva “ .

Il tunnel oltre il quale intravediamo la luce ? Quell'istante in cui il nostro occhio sta per diventare vitreo e ci passa davanti tutta la vita ? L'anima che abbandona il corpo ?

Curling amarcord

Ho giocato a curling una ventina d'anni, dal 1971 al 1992, cioè dai 17 ai 38 anni : il pieno della vita. Tutti anni in cui abitavo a Cortina d'Ampezzo.
La mia vita si può dividere grosso modo in quattro parti, per adesso : l'infanzia, i primi sei anni, passati a Caracas, e dei quali ho pochissimi ricordi. La giovinezza, fino al primo liceo scientifico, vissuta a Roma. La fase adulta pre-matrimoniale, trascorsa appunto a Cortina (con periodi a Padova per l' università), e dal 1992 matrimonio, nascita di Silvia, e trasferimento definitivo a Padova.
Dal primo torneo disputato assieme a mio padre nel dicembre 1971 col mitico Curling Club '66, coppa S. Ambrogio (vinta !), all'ultimo campionato italiano disputato e vinto nel 1992 , ne sono passate di stone... a migliaia !

Cecile de France


L'ho vista nel film Hereafter. Mi aspettavo qualcosa di più dal film, ma non mi aspettavo certo lei !
La bocca attirava il mio sguardo, come una calamita. Le labbra mobili e leggere, il sorriso che ti sorprende all'improvviso, con quegli incisivi leggermente distanziati... lievissime imperfezioni che rendono l'insieme perfetto !
Quelle donne dal fascino ipnotico, che non riesci ad essere spontaneo, rilassato, in loro presenza. Anche in mezzo alla folla, sembrano lampeggiare come un segnale stradale arancione, e finchè non spariscono all'orizzonte, il tuo mondo non riprenderà mai il normale corso degli eventi.
Poi la quiete, e non sai se è stato un tornado, o un sogno.

Dissacrare

Su Facebook vanno molto di moda le citazioni dotte. Pensieri, aforismi, motti di spirito di persone famose, filosofi, scienziati, poeti. Come non essere d'accordo con la stragrande maggioranza di queste perle di saggezza ? Eccone una :

"Ciò che non mi distrugge
mi rende più forte ".

Nietzsche, uno dei miei preferiti. Catarsi, toccare il fondo per poi risalire. Mi viene in mente un detto popolare: che la febbre fa aumentare la statura, ma poi ecco, per misteriose vie, giunge all'orecchio interno la frase gemella, perfetta nella sua compiutezza, solo un po' più rustica...

"Chel che no strossa ingrassa".

E' un proverbio veneto : quello che non strozza ingrassa.
Il senso è lo stesso, reso in maniera ancora più efficace, nella sua drammaticità, dal contrapporsi di un pericolo mortale, che strozza, ed il suo opposto... che fa ingrassare.
Scommetto che fra qualche anno, delle due, vi rimarrà in mente il proverbio, mentre avrete dei dubbi sui verbi ed aggettivi usati dal grande filosofo tedesco.
E rimanendo in tema di associazioni di idee dissacranti, vi racconto un episodio. Molti di voi riconoscono immediatamente il sommo poeta, in queste parole immortali :

" Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona ".

Un giorno ero al bar dello stadio, a Cortina. C'era un torneo di curling, ed eravamo in attesa dell'inizio delle partite. Gli sbuffi di vapore della macchina da caffè, l'odore delle brioche,  il vocio disordinato. Ad un certo punto Mayer, un simpaticissimo ebreo veneziano, basso, sulla quarantina, occhialetti e baffi neri, quasi calvo, alza le braccia, e con voce stentorea inizia a declamare :

" Amor, ch'a nullo amato amar perdona "... e lascia una breve pausa, per concentrare ancora di più l'attenzione su di lui... " Stanotte a mezzanotte me casso in mona ! ". Risata generale... da allora non posso più sentire l'inizio della famosa terzina, senza che mi venga in mente, automaticamente, la "chiusura" in stretto dialetto veneziano.