Il granello di sabbia


Un viaggio dalla Terra ai confini dell'universo osservabile. Sebbene le ultime immagini ricordino in modo impressionante lo stupendo " 2001 : Odissea nello spazio" di Kubrick, questo non è un film ! E' una ricostruzione, del Museo Americano di Storia Naturale (AMNH), ottenuta con dati reali, ovviamente quelli di cui disponiamo oggi...
Dal " contachilometri " in basso, che misura le distanze in unità luce, si deduce che stiamo viaggiando ad una velocità di molto superiore a quella della luce; altrimenti andando solo a 300.000 km/sec , dovremmo impiegare una quindicina di miliardi di anni per arrivare al " bordo dell'universo ".
Sono arrivato a questo filmato, non so più come, tramite questo blog " Varianza Cosmica ", mica bruscolini. Gli autori sono tutti fisici o astrofisici. Il commento finale al filmato, di Daniel Holz, che, tanto per gradire, lavora a Los Alamos, è :
" [...] But, still, in the grand scheme of things, we’re a grain of sand in a vast and beautiful ocean. We’re totally irrelevant. I find this to be oddly reassuring and calming " .
Certamente, ma al di là del senso di vuoto, e di tranquillo stupore, nel vedere questo "granello di sabbia " perdersi nel disegno generale, quasi dimenticato da Dio, quello che più mi ha colpito, " going home ", ritornando a casa, è l'unicità, la preziosità, la bellezza di questa nostra piccola Terra. Non so quante altre ce ne siano, in giro, (vedi il post sull'equazione di Drake ed il paradosso di Fermi QUI), ma più che irrilevante, la nostra amata (ed odiata) Terra, è piuttosto una rara perla, una sfida impossibile alla teoria delle probabilità, un coagulo di bassissima entropia, di eccezionale ordine, un dono di Dio...
Quando giungiamo all'orizzonte cosmico dello spazio e del tempo, in un universo giovanissimo, dopo il bagliore residuo del Big Bang, finalmente viriamo, e torniamo indietro, " back to our home ".
Vaghiamo al buio, un buio ostile, sconosciuto, illuminato da strane luci, finchè, dopo un po' , riconosciamo la Via Lattea . Il senso di apprensione finalmente si scioglie quando, fra migliaia di stelle, inquadriamo il Sole; e poco dopo, le familiari orbite dei pianeti. Puntiamo il terzo, si... proprio quello... è lei, è la Terra... è bellissima !

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