L'undici

Ormai non riesco a leggere altro che aforismi... i libri mi sono venuti a noia, quasi tutti.
Forse sono i neuroni che non riescono a mantenere a lungo la concentrazione, fatto sta che l'età dei classici è ormai passata da un pezzo, la saggistica me la faccio artigianalmente, cliccando qua e là su Wikipedia, i libri di storia sono appunto storia...
Dopo quelli di Kafka di cui vi ho parlato alcuni post fa, mi sono fatto regalare dalla consorte, per Natale, un libricino dal titolo " Aforismi di Filosofia " : 120 paginette, scritte a caratteri grandi, perfetto !
La filosofia è uno dei miei interessi, assieme alla scienza in generale, alle meraviglie della matematica, alla poesia, e ultimamante anche alla teologia.
Non costa niente filosofare... e anche quando affronto argomenti di scienza (di fisica in particolare), mi diletto a rimanere in superficie *, come un bambino affascinato dai colori. Si potrebbe dire che sfoglio il libro del sapere guardando le figure !
Per certi argomenti occorre, purtroppo, una competenza di base che non ho. Su un blog di fisica ho letto un aforisma (e daje) che trovo stupendo :
" Non hai veramente capito qualcosa, finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna " (Einstein)

Mi sa che la nonnina , buonanima , sarebbe rimasta con molti punti interrogativi , se
fosse dipeso da me...
Tornando a bomba, in questo libricino ci sono, ovviamente, centinaia di aforismi eccezionali. Sono divisi per " capitoli ": il primo è " La filosofia che definisce se stessa " .

" E' proprio del filosofo questo che tu provi , di essere pieno di meraviglia ; nè altro cominciamento ha il filosofare che questo " (Platone).

E' poesia, a proposito... amo i
filosofi Greci. Come spesso succede, i primi rimangono insuperati.
Scendendo terra terra, avete presente quei film di successo, di cui si fanno un'infinità di repliche ? Il primo della serie, rimane sempre il migliore, quasi senza eccezione.
Squalo 1, Rocky 1, Saw 1, Rambo 1 e via dicendo, le ripetizioni non hanno aggiunto nulla al capostipite , forse perchè , aprendo un nuovo filone, i registi si sono accostati al genere, la prima volta, quasi con genuino stupore, con meraviglia appunto ! I successivi tentativi sono guidati esclusivamente dal desiderio di far cassa.
Va di moda, tra i tifosi di calcio, il giochino di selezionare la formazione ideale, l'undici imbattibile, la squadra migliore di tutti i tempi. Per quanto riguarda la filosofia, non arrivo a undici, ma cinque bastano e avanzano. In ordine cronologico di apparizione, ecco a voi, ladies and gentlemen : Anassimandro, Parmenide, Eraclito, Socrate, Platone.
Se volete aggiungerne altri, per completare la squadra e magari le riserve, pescate pure fra Cartesio, Pascal, Spinoza, Leibniz, Kant, Heghel, Heidegger, Nietsche. Ve li regalo tutti... i primi cinque sono più che sufficienti per " chiudere il cerchio ".
E se fossi costretto, sarei tentato di pescare ancora nella nazionale achea : Talete, Zenone, Empedocle, Pitagora, Anassagora, Aristotele, Epicuro.
Da bravo (ex) interista, mi par di rivedere la magica formazione : Sarti, Burgnich, Facchetti, Guarnieri, Picchi... e non ce n'era per nessuno...
Per gli " stoici " lettori che ancora mi seguissero, torniamo all'aforisma di Platone, alla sua definizione di Filosofia. La chiave di volta ovviamente risiede in un'unica parolina : meraviglia.
Il filosofo, l'amante della sapienza, non è un dotto cattedrattico che traccia eleganti ed oscure frasi su una lavagna, un vecchio incanutito ripiegato su se stesso.
Il filosofo ha gli occhi di un bimbo, ha la virginea curiosità di chi scopre il mondo per la prima volta, e rimane stupefatto, meravigliato appunto, delle cose che a noi, adulti, appaiono banali.
Osservate con attenzione un bambino di pochi anni, o anche solo di pochi mesi. Ammirate l'intelligenza allo stato puro, quell'intelligenza straordinaria che gli permette, in un anno, di imparare a parlare in qualsiasi lingua a noi conosciuta. Scrutate i suoi occhi, e la luce dell'autentica curiosità che brilla dietro, quasi quella famosa luce che proietta le ombre nella caverna... quelle ombre che a noi, adulti, paiono realtà.
La sua intelligenza non sarà mai più uguagliata; il bambino nei primi anni, anzi nei primi mesi, in sostanza in maniera inversamente proporzionale all'età, ha una capacità di apprendere spaventosa. Il suo cervello è ricchissimo di connessioni fra le cellule: le sinapsi, e queste connessioni sono sovrabbondanti, ridondanti.
Man mano che apprende, si formano delle vie preferenziali, dei sentieri appena tracciati che a poco a poco diventano delle strade, sempre più grandi.
Come l'aratro che scava un solco profondo, si sta formando la memoria, la conoscenza, ma nello stesso istante si stanno perdendo altre, sconosciute possibilità. Il numero delle sinapsi diminuisce progressivamente, solo quelle impiegate nei " percorsi " preferenziali sopravvivono, le altre si atrofizzano. La conoscenza ha un prezzo: la perdita della duttilità.
Ogni bambino compie quel salto gigantesco, quella " scoperta del fuoco " della psiche: il passaggio dal pensiero preverbale alla parola, ma in ogni istante, il motore che lo spinge incessantemente ad esplorare l'universo, è la curiosità, la meraviglia... " nè altro cominciamento ha il filosofare che questo ".
Ritorniamo autenticamente filosofi, riacquistando quella
primitiva plasticità perduta, solo quando riusciamo a provare quel sentimento, quella fulminazione dell'intelletto, che è la meraviglia.

* A proposito del rimanere in superficie... non è poi così grave. " Non c'è niente di più profondo di ciò che appare in superficie " (Hegel)
E per la gioia del complottista aggiungo : " Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze " (Wilde)

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