Synecdoche, New York

Bellissimo film di Kaufman. Sineddoche, cioè una parte per il tutto, o viceversa. Difficile riassumerlo, commentarlo, interpretarlo. Come un libro di Joyce, Musil, Dostoevskij : troppo densi, pieni di monologhi profondi, di ricerca filosofica, di poesia.
Mentre segui le scene, non puoi far altro che annuire, perchè quello che vedi, e che senti, ti risveglia panorami lontani, memorie assopite, letture giovanili. Ne assapori la profondità, la fine psicologia, l'amara esperienza di vita. Dovrei rivederlo almeno un paio di volte, ma non ho compiti per casa, mi accontento di vibrare, come un diapason.

Ecco, per esempio, il monologo del prete :

Tutto è molto più complicato di quanto pensiate. Voi riuscite a vedere solo un decimo della verità. Ci sono milioni di piccoli lacci legati ad ogni scelta che voi fate che possono distruggere la vostra vita, ogni volta che scegliete. Ma probabilmente per 20 anni voi non lo saprete e magari non riuscirete mai a risalire alla causa. E avete un unico modo per proseguire ed è cercare di capire i motivi del vostro divorzio. E in quel momento qualcuno vi dirà che non esiste il destino, e invece esiste eccome, è ciò che voi create. E anche se il mondo va avanti per millenni voi siete qui giusto per la frazione di una frazione di secondo. Gran parte del vostro tempo la trascorrete da morti, o non ancora nati, e poi mentre siete vivi, aspettate invano, sprecando anni in attesa di una telefonata, di una lettera o di uno sguardo da parte di qualcuno o di qualcosa che sistemi le cose, ma che non arriverà mai, o che sembra che arrivi, ma non ancora. E quindi buttate via il vostro tempo in un vago rammarico o una vana speranza che qualcosa di buono arriverà, qualcosa che vi faccia sentire meno soli, che vi faccia sentire amati. E la verità è che io mi sento così arrabbiato, la verità è che mi sento così fottutamente triste, e la verità è che io mi sono sentito così fottutamente male per tutto quello che ho sbagliato, e per tutto questo tempo io ho fatto finta che tutto invece andasse bene, solo per andare avanti e non so il perché. Forse perché nessuno voleva ascoltare la mia sofferenza, perché ognuno aveva la propria. Fanculo tutti. Amen

O ancora in un'altra occasione, il protagonista :

Io sto morendo e così anche voi. Stiamo tutti andando incontro alla morte, anche se per il momento siamo ancora qui, vivi. Ma ognuno di noi sa che deve morire, anche se nel suo profondo crede di no.

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