Il vento in una conchiglia notturna

Avete mai sentito nel sonno, o nel dormiveglia, un rumore fortissimo, come un tuono, od uno scoppio improvviso, e vi siete svegliati di soprassalto, per constatare con meraviglia che si era trattato di un rumore banale ? Forse lo scricchiolio di un mobile, o un indumento che era caduto dalla sedia, o una imposta che sbatteva, piano.
Il sonno, anzi il sogno, a volte amplifica a dismisura certe sensazioni; altre volte invece le attenua, come quando si sogna di avere sete o di andare al bagno. In questi ultimi casi, il sogno ha la funzione di proteggere il più a lungo possibile il sonno, intuizione da cui è partita la geniale analisi di Freud.
In queste magistrali righe Pessoa, con la sua arte sublime, dipinge questi momenti magici, sospesi tra sogno e realtà.

" All’inizio è un rumore che produce un altro rumore nella notturna cavità delle cose. Poi è un ululato vago, accompagnato dal cigolante oscillare delle insegne della via. Poi, ancora, all’improvviso arriva in tono alto la voce ruggente dello spazio ed è tutto un tremore, e non oscilla, e si fa il silenzio nella paura di tutto come una paura sorda che vede un’altra paura dopo che è passata.
Poi non c’è più niente, solo il vento, solo il vento, e mi accorgo nel sonno che le imposte fissate vibrano e dalle finestre esce il rumore di vetro che resiste.
Non dormo. Intrasono. Ho tracce nella coscienza. In me il sonno pesa senza che la coscienza pesi… Non sono. Il vento… Mi sveglio e mi riaddormento e non ho ancora dormito. C’è un paesaggio dal rumore alto e torvo oltre al quale non mi riconosco. Assaporo, prudentemente, la possibilità di dormire. In effetti dormo, ma non so se dormo. In quello che crediamo che sia sonno, c’è sempre un rumore di quando finisce tutto, il vento nell’oscurità e, se ascolto ancora, il rumore dei miei polmoni e del mio cuore. "

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