Scilla e Cariddi


Sono ovviamente io, del resto ogni proprietario di un blog è, per definizione, narcisista. Qui sono appoggiato al parapetto della cabina, per la precisione cabina con gran balcone, come categoria appena sotto la suite; poi c'è la grande suite... ma il discorso finanziario si complica assai...
Il parapetto è di vetro, così puoi guardare il mare anche stando sdraiato sul letto. Dovevamo essere appena partiti da Savona, alla volta di Civitavecchia, lo deduco dal vento che mi scompliglia la folta chioma.
I momenti migliori della crociera sono quando la nave è al largo. Così al largo che nessuna terra è in vista all'orizzonte. Rimanevo affascinato a guardare la prua che creava onde, ed il gioco, lo scontro fra queste e le onde possenti del mare. La spuma bianchissima, quasi latte appena sotto alle fiancate, le bollicine frizzanti, la scia che si allunga zigzagando dietro alla nave.
Infinite tonalità di azzurro, di blu scuro, di bianco, di verde, ed il vento e il profumo del mare.
Dopo lo scalo a Civitavecchia, si parte per due lunghi giorni di navigazione, senza scali, alla volta di Alessandria. Un momento emozionante è stato l'attraversamento dello stretto di Messina. Ecco qui una foto, inquadrata la Sicilia.


Scilla e Cariddi, certamente, Ulisse.. quanti popoli hanno attraversato questo mare, in entrambe le direzioni. Quante navi hanno ceduto alla tempesta, alle fortissime correnti, ed il tremendo terremoto del 1908.
Luoghi densi di tragedia, come Santorini, come il Vajont. La pace e la serenità di oggi è solo la vecchia cicatrice del tempo, ma sotto quello strato ancora aleggiano urla lontane, e un muto scoramento assale il viandante.

" Scilla ivi alberga, che moleste grida
di mandar non ristà. La costei voce
Altro non par che un guaiolar perenne
Di lattante cagnuol: ma Scilla è atroce
Mostro, e sino ad un dio, che a lei si fesse,
Non mirerebbe in lei senza ribrezzo ".

" [...] assorbe
La temuta Cariddi il negro mare.
Tre fiate il rigetta, e tre nel giorno
L'assorbe orribilmente.
Or tu a Cariddi
Non t'accostar mentre il mar negro inghiotte;
Ché mal saprìa dalla ruina estrema
Nettuno stesso dilivrarti. A Scilla
Tienti vicino, e rapido trascorri. "

Il cuore si apre, finalmente, quando proseguiamo verso Sud, ed il mare torna a fare da confine, senza confine, ovunque.

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