Giza


La grande piramide di Cheope. Ci sono molti modi di avvicinarla, infiniti punti da cui riprenderla; questo è quasi furtivo, come un serpente che striscia fra i sassi, di chi cerca di spiarla senza farsi vedere...


Volumi immensi all'orizzonte, sfuocati dalla calura. Il tempo passa, ma le piramidi neanche si accorgono delle moderne carovane di pullman, sono al di là delle cose terrene: giganti pensierosi che riflettono sull'eterno.
La piramide di Chefren è a destra, cercate di immaginare come sarebbe, come era... quando quel cono di panna montata che si trova alla sommità, quelle lastre di liscio marmo, la ricoprivano interamente.


Ed eccola vista da sotto; potrebbe essere una strada lastricata, nulla indica che sia una piramide. Le linee convergono su di un punto, molto prossimo al cielo: credo che volessero raggiungerlo, il cielo, in modo perfetto, geometrico.
Questi enormi blocchi di pietra erano ricoperti da lastroni di liscio marmo, che vedete sulla cima. Osservatene lo spessore impressionante, quasi una valanga sospesa nel vuoto, e che debba precipitare da un momento all'altro.
Erano testardamente esatte, ma anche dopo millenni, le rughe del tempo non hanno scalfito la loro bellezza; hanno aggiunto, semmai la verità del tempo.


Non ci sono solo le piramidi a Giza...
Da queste brevi frasi forse avrete capito i miei sentimenti, le mie impressioni. Un grande rammarico: aver dovuto fare tutto in fretta, di corsa, ma è il prezzo da pagare quando si fa parte di un ingranaggio come il turismo di massa.
Poter sostare ore a contemplare queste meraviglie, a farsi raccontare dal loro silenzio l'antico Egitto !
Poterle ammirare senza il vocio dei turisti, dei venditori di souvenir, di chi ti propone una bizzarra foto sul dromedario, cercando di recuperare il loro possente ritmo, il loro oscuro significato di pietra.
Potersi convincere infine della loro immutabilità, nonostante il mutare della luce : " l'alba dalle dita rosate ", il mezzogiorno che nasconde impietoso le ombre, il tramonto che le fa sembrare d'oro puro. Poter indovinare, nella notte nerissima, il profilo della sfinge... solo dalle stelle oscurate.

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