La terra dei morti


La terra dei morti (XI, vv . 37-44) (Odissea, trad. Quasimodo)

E vennero su dall'Erebo le anime dei morti:
giovani spose e fanciulli vecchi che molto soffrirono,
e tenere vergini provate dal dolore precoce,
e schiere d'uomini trafitti da aste di bronzo,
morti sul campo, con le armi rosse di sangue;
a torme s'affollavano intorno alla fossa,
chi di qua, chi di là, con urla sovrumane;
ed io fui preso da pallida paura.

Immagini di una potenza terrificante; sembra di assistere ad un film di Romero, con una folla di zombie che avanza implacabile. Vengono avanti sfiorando il suolo, leggeri, sfumati, ed il loro numero sterminato, le urla.
Tutti sotto un unico denominatore : la morte, che toglie loro ogni residuo d'umanità e li accomuna nel dramma. 
In quel " E vennero su dall'Erebo " c'è il genio di Quasimodo, con la sua traduzione aderente al testo e che sa cogliere lo spirito del più grande di tutti : Omero.

Nessun commento:

Posta un commento