Il Cristo di Dalì


Cristo di San Giovanni della Croce (1951)

A voi vengono le parole ? Una vertigine nella profondità dello spazio. Quella prospettiva, quel punto di vista unico, non potrete non ricordarlo, in seguito. Quella luce alla Caravaggio, quella plasticità... non ci sono chiodi... il corpo è miracolosamente appeso alla croce, folgorato da una luce divina.
Sulla terra una barca di pescatori, forse S. Pietro, e quelle nuvole, come un'aurora boreale attraverso la quale filtra la luce proveniente dall'alto. Dovete immaginare il tutto con questa musica... e le Sue ultime parole che rieccheggiano nello spazio nero :
" Signore perdonali perchè non sanno quello che fanno "




Crocifissione, corpo ipercubico (1954)

Un Cristo sospeso, sembra che la croce, formata da otto cubi, faccia fatica a trattenerlo. La tridimensionalità di tutta l'opera... la distanza fra le braccia e la loro ombra proiettata sulla croce. Le mani stringono dei chiodi di legno, con le dita aggrovigliate, unico segno di un dolore, di una sofferenza, assieme alla testa piegata di lato.
Gala ed il suo magnifico mantello, come Maddalena, assorta in contemplazione. La sua figura è saldamente appoggiata al pavimento e le pieghe del vestito, ed il suo peso sulla spalla, testimoniano la presenza della forza di gravità. E' come un'ancora che trattiene con un filo invisibile la gigantesca mongolfiera. Ci si aspetta che da un momento all'altro la croce salga... a dispetto di tutte le leggi della fisica.


Ascensione di Cristo (1958)

Anche qui quelle mani... si evidenzia ogni muscolo, ogni piega della pelle, ogni tendine delle dita. La tridimensionalità questa volta si esprime soprattutto in senso verticale, e anche qui si percepisce il movimento nello spazio: un'ascensore che porta in paradiso. Come nel primo dei tre quadri, lo spettatore è colto da un senso di vertigine, nel gioco delle prospettive contrapposte.  Il Cristo va verso un globo di luce gialla, quasi un alveare ricolmo di miele, verso la colomba che incarna lo Spirito Santo, versa Gala che piange.
I piedi fluttuano liberi, non c'è l'impronta del peso del corpo.

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