Twitter, citazioni e bugie


Riporto un dialogo (scambio di messaggi) su Twitter fra me ed un’utente. Le frasi di lei le ho ricostruite (abbastanza fedelmente), in quanto successivamente ha pensato bene di cancellare tutto, le mie le ho ricopiate. Il tutto inizia con una sua citazione…
LEI : " L’imbecille non si annoia mai : contempla "
IO : " si contempla "... Rémy de Gourmont (però andava bene anche contempla... hehe)
NOTE – Mi suonava un po’ strano, contemplare non è un’attività propria dell’imbecille, semmai del saggio. Vado su internet e trovo in decine di link la frase con il " si contempla ", com’era logico. L’imbecille si gongola rimirandosi come un Narciso. Senza quel " si " riflessivo, il significato è completamente stravolto.  Ho aggiunto che poteva andar bene anche " contempla ", quasi a voler interpretare il verbo come guardarsi attorno con occhi vuoti, assorto, come un’ebete appunto. Era una ciambella di salvataggio, ma lei non l’ha colta, anzi rilancia, come vedremo.
LEI : ovviamente l’ho letto or ora e ho ricopiato fedelmente
NOTE – Già l’ovviamente è un po’ da saccente, presuntuosa, ma mi ha colpito quel " or ora ", lezioso, falsamente e inutilmente ricercato, chiaramente un manierismo.  Similmente quel " fedelmente " che richiama il lavoro paziente del frate amanuense. Implica attenzione, ed esclude qualsiasi possibilità di errore.  La sostanza era che, voleva farmi credere, aveva appena letto la frase… or ora… quasi il libro fosse alla destra del mouse, e l’avesse chiuso proprio un istante fa. Da ciò la mia sorpresa…
IO : dal libro ? allora la mia fonte su internet è errata 
NOTE – Nella domanda era implicita la mia incredulità, come se per ogni citazione fatta si avesse o si potesse avere a disposizione il libro. Però era ancora possibile, tempo fa, per esempio, comprai un libro su aforismi filosofici, e sfogliandolo, ogni tanto ne riportavo uno su Facebook, per la meraviglia dei miei " amici ", anche se regolarmente citavo l’autore, ci mancherebbe. Odio quelli che non lo fanno, quasi a voler far credere che sia farina del loro sacco.
LEI : io NON riporto mai frasi da internet, anche perché ho una vasta collezione di libri letti :)
NOTE – Assume un tono da maestrina, con quel " NON " in maiuscolo, quasi a voler rimproverare me di andare a cercare su internet ! Riallacciandomi alla nota precedente, su internet ci sono link con decine di migliaia di frasi/aforismi, suddivisibili per autore e perfino per tematica. In un attimo si ha a disposizione " tutto ", basta saper valutare l’attendibilità delle fonti. Se uno dovesse cercare ogni citazione sui libri, anche ammesso che avesse a disposizione la biblioteca del congresso di Washington (128 milioni di documenti) , ci metterebbe una vita. E poi quel " libri letti " , come a voler rimarcare la sua presunta cultura. E’ che non sa con chi ha a che fare…
IO: e fai bene, visto che quest'errore è riportato in una cinquantina di link... ;)
NOTE – Complimento carico d’ironia, e velata allusione al fatto che l’aforisma è unanimemente riportato in altro modo; ma da lei silenzio assoluto.  Ed a questo punto, visto che dopo avermi propinato la panzana che l’aveva direttamente letto dal libro " or ora ", e che si permetteva di darmi una lezione su come vanno riportate le frasi, attingendo direttamente alla fonte e non su internet,  mi prese un " furore cieco " !
Va bene essere gentili, va bene offrire una via di fuga, un salvataggio in angolo, ma quando l’interlocutore si permette sfacciatamente di bluffare, rilanciando e prendendoti per fesso, allora no !
Ricerca febbrile, come un personaggio di Dostoevskij. Trovo l’opera  " Passeggiate filosofiche " da cui proviene la frase, ma pare che non sia mai stata pubblicata in Italia. Sono tentato di chiederle che libro ha, l’editore e così via, ma ricordo che mi aveva detto che parla diverse lingue, potrebbe essere che ha il libro in francese !
Pazientemente arrivo ad un link prezioso che riporta tre file delle " Promenades philososophiques  " . Li scarico tutti e tre, e vado a vedere. Sono opere digitalizzate nel 2010 dall’università di Toronto. Con la funzione " trova " riesco a localizzare, dopo una mezz’oretta, la frase: bingo !
Allora le mando un DM, cioè un messaggio privato :
IO : " un imbécile ne s’ennuise jamais : il se contemple." Anche in francese… tu che libro hai ?
LEI : hai ragione Andrea. Ho riportato male. Buona serata :)))
NOTE – Non mi cita il libro, l’editore, e se è o meno in francese. Posta di fronte all’evidenza, e senza nessuna via d’uscita, finalmente il crollo, frettoloso, e quel saluto come a sbatterti gentilmente la porta in faccia. Allora la mia tagliente risposta.
IO : ah ecco ! anche perche è su " Promenades philosophiques " pag 260 edizioni  MERCURE PARIS… con me caschi male. Buona serata :)
Infine, dato che su Twitter, nei messaggi che potevano leggere tutti non c’era una sua rettifica, ho aggiunto
IO : lieto di aver chiarito l'equivoco per DM. Hai copiato male, capita ;)
Per tutta risposta ha cancellato i DM ( e va bene) ma anche tutta la sua conversazione su Twitter con me, lasciando i miei messaggi orfani, come se parlassi da solo. Adesso li ho cancellati a mia volta, ma ho deciso di fare questo post sul blog per analizzare i comportamenti di utenti con cui ho a che fare in rete.
Cosa si può dedurre da tutto ciò ? Come sono andate veramente le cose ? Chi, come, dove, quando, perché…
Ha veramente l’edizione in francese delle opere di Gourmont ? Può essere, c’è un’edizione del 2012. Potrebbe veramente aver letto male, ma allora perché non dare una ricontrollatina, dopo che le ho fatto capire che su molti link era riportata la frase in altro modo ? Come va inserita quella risposta : " ovviamente l’ho letto or ora e ho ricopiato fedelmente " ? Pressapochismo ? Presunzione ?
" Ovviamente " e " or ora " da soli giustificano questo post ! Ma la mia netta impressione, anzi certezza, è che abbia semplicemente mentito.
Alle volte si inizia così, per superficialità, una piccola innocente bugia. Quasi subito, di fronte ai velati dubbi dell’interlocutore, al mentitore si aprono due strade : rettificare, ammettere la piccola " distrazione " e cercare di chiudere in fretta l’episodio, sfruttando il fatto che in rete il rossore non si vede… o insistere; solo che la menzogna va sostenuta, e anzi va mostrata indignazione se l’altro sembra non crederti.
E allora succede che la piccola palla di neve, rotolando a valle, si trasforma in una valanga, fuori controllo. Una bugia serve a coprire l’altra, in un castello di carte sempre più traballante; le falle si aprono dappertutto, la memoria fatica a ricostruire ciò che si è detto, e le contraddizioni spuntano come funghi.
Anche a me si aprivano due possibilità: far finta di crederle, per non imbarazzarla ulteriormente, oppure cercare di smascherarla. Ho deciso di soprassedere all’inizio, fingendo di essermi bevuto le sue stronzate, ed anzi facendole i " complimenti " perché, a differenza mia… lei citava solo frasi di cui poteva verificare direttamente l’esattezza, ma doveva pur capire l’ironia celata nella mia ultima frase.
E’ stato proprio il suo silenzio, che ha fatto traboccare il vaso; un silenzio complice, disvelatore, senza il minimo accenno, senza il minimo tentativo di ritrovare un accordo, un punto d’unione.
Mi lasciava così, come un idiota (alla Dostoevskij); chi avesse letto il dialogo, si sarebbe fatto l’idea che avevo torto marcio, che ero stato scortese con lei, che la sua frase era corretta, e che imprudentemente mi ero precipitato nell’infido mondo della rete per cercare una correzione che era risultata errata. Da qui la decisione di seguire la seconda strada, a costo di perdere un’amicizia/conoscenza da poco instauratasi.
Le motivazioni profonde ? Bugia patologica (sindrome di Pinocchio) ? Un semplice vezzo senza nessuna causa sottostante ? Non lo so… per correttezza l'informerò dell'esistenza di questo post, anche se mi sono assicurato di preservare il suo anonimato.


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