Avventura in autobus


E' il biglietto dell'autobus del 15 agosto 2011. Alle 19.14 di un caldo Ferragosto salivo sul mezzo che mi riportava a Lignano Pineta, dopo aver assistito allo show delle Frecce Tricolori a Lignano Sabbiadoro.
Ma non è dei nostri assi della PAN che volevo parlarvi, bensì della mia dimestichezza con i trasporti urbani.
Più o meno verso le 10 di mattina dello stesso giorno mi accingevo a prendere l'autobus per l'andata. Semplice, mi trovavo alla fermata in Piazza Rosa dei venti, all'orario prestabilito : l'autobus della linea A01 passava alle 10.07 e quello della linea A02 alle 10.33. C'era poi una misteriosa linea M1 ma non era specificato il persorso nè gli orari delle fermate.
Dovete sapere che da Lignano Pineta a Lignano Sabbiadoro ci saranno un 5-6 chilometri. Ci sono tre strade parallele che collegano i due centri, e sono praticamente diritte.
Mi ero attrezzato a dovere per la manifestazione. Avevo un paio di pantaloni corti ma con tasche dappertutto e una maglietta con a tracolla la telecamera. Nelle capaci tasche avevo : due paia d'occhiali, da vicino e da lontano, un telefonino, il portafogli e una macchina fotografica. Quando camminavo si sentivano strani rumori provenienti dalle tasche, come uno stridere di metalli, o uno scuotimento dello shaker per i cocktail, o uno zaino da montagna carico di provviste.

Per non dover trafficare mezz'ora, decisi di non usare gli occhiali da lontano : l'autobus è grande e sul davanti ci sarà chiaro il numero, pensavo. Dopo un po' arriva un autobus azzurro e si ferma alla fermata precedente, distante un centinaio di metri. Lo guardo con sospetto... ha l'aria di una corriera, non di un autobus, anche perchè è tutto azzurro, uniforme. Per nascondere l'imbarazzo ed il dubbio atroce, guardo con finta sicurezza le altre persone che aspettavano alla fermata con me : nessun movimento, nessuna fretta, non cercavano di avanzare.
Decido che quello non ha niente a che fare con me, perchè io sono molto furbo e scafato...
Mentre aspetto che arrivi, ecco che da una strada laterale sbuca all'improvviso un autobus bianco, ed in un lampo è alla fermata. Non aveva il numero, o meglio, aveva quel display largo con le lettere luminose che avanzavano rapide. Leggo la provenienza ed un paio di fermate, ma non arrivo al numero. Molti intanto si sono fatti avanti. Ho pochissimo tempo per decidere, dato che ero il primo della fila. Ma si, se quella è una corriera, questo, che fra l'altro è in leggero ritardo, è quello mio, l'A01. L'A02 invece sarebbe passato fra una mezz'ora circa.
Salgo con piglio deciso e timbro il biglietto. Davanti, oltre all'autista, c'era un suo collega in piedi, e chiacchieravano. Mi siedo, e dopo un po', per scrupolo, domando se andava a Lignano Sabbiadoro passando per Lignano City (ci sono tante Lignano, anche Lignano Sud e Lignano Riviera ! ) dove era la mia destinazione.  " No, va a Sabbiadoro, ma passando per il Mercato, questa è la linea M ".
Sebbene conosca molto bene Lignano, dato che ci vengo in vacanza da più di quarant'anni, tendo a percorrere più o meno le stesse strade e frequentare gli stessi posti. In più, ogni anno costruiscono qualcosa di nuovo o mettono rotonde, insomma è un luogo abbastanza dinamico. Il Mercato non rientra nel mio giro abituale, dato che vado sempre allo stesso supermercato vicino a casa. Mi immagino una distesa sterminata di bancarelle, o un posto con grandi parcheggi, o magari un sinistro Macello. Ecco spiegata la M : Mercato o Macello o magari Morte... è la misteriosa linea M1, senza fermate e senza destinazione ! Quella, per capirsi, di qualche film di fantascienza: forse l'autobus viene dal futuro, forse i due sono spie extraterrestri.
Prima di farmi prendere da crisi psicotiche di spersonalizzazione, e non avendo tempo per investigare ulteriormente, decido di scendere alla fermata successiva.
Fortuna vuole che il biglietto orario avesse un'autonomia, e, come mi aveva pazientemente spiegato mia moglie, nel corso preparatorio il giorno precedente (perchè lei prevedeva qualcosa del genere), nei giorni festivi come quello era di ben quattro ore.
Cioè, come avevo appreso con meraviglia, potevo prendere quanti autobus volessi entro quattro ore; dopo avrei dovuto usare l'altro biglietto (quello raffigurato nell'immagine sopra), di cui la consorte mi aveva con lungimiranza fornito.
Quanto tempo era passato, quanta acqua sotto i ponti. A Roma, quando andavo alle medie, timbravo il biglietto dal controllore, che era seduto dietro. Per non parlare delle elementari: allora salivo sull'autobus e non dovevo fare niente, perchè era gestito dalla scuola (Santa Maria degli Angeli), se non stare buono e zitto perchè la suora era tremenda.
Adesso potevo giocare al " piccolo pendolare ", e sfruttare appieno la tecnologia ed il progresso. Scendo e trovo molta gente in attesa. Mi informo da una ragazza, che però non pare saperne molto; immagino che tutti stiano aspettando il fantomatico A01. Tempo qualche minuto ed arriva l'autobus azzurro... ma allora ce l'ha con me, " m'hai stufato, maccarone, me te magno", alla Sordi.
Salgo deciso, ma memore dell'esperienza precedente, questa volta chiedo prima. L'autista mi risponde che l'autobus va in Via Centrale, la mia destinazione. Chiedo se ferma appena dopo Lignano City, e mi arriva una risposta che mi lascia allibito : " non so dove siano le fermate ". Ma come ? Aggiunge che sta sostituendo in emergenza un suo collega... ed io : " Ma come fa a guidare se non sa il percorso nè dove sono le fermate ? " . " Uso il navigatore satellitare ".
Stento a credere alle mie orecchie e sempre più convinto di vivere un'esperienza surreale, scendo.
Mentre mi sto a fatica riprendendo, arriva un altro autobus bianco; c'è traffico, ed arriva lentamente. Ho tutto il tempo di leggere alla fine del messaggio che scorre : A01 ! Ma vaff... tre autobus per fare cinque chilometri, credo sia un record, ma di cui non posso andarne fiero.

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