Una foto è già un’astrazione, anche se non è in bianco e
nero. Di fronte ad un paesaggio praticamente immobile e senza contare eventuali
mutamenti di luce, il nostro occhio compie in continuazione impercettibili
movimenti. Se non lo facesse, gli oggetti semplicemente sparirebbero dal campo
visivo, per una forma di assuefazione allo stimolo.
E’ difficile che noi manteniamo lo sguardo perfettamente
fisso a lungo, lievi oscillazioni, quasi involontarie, ci permettono di rinforzare
la visione binoculare, conferendo profondità agli oggetti.
Una foto quindi, proprio perché racchiude l’attimo in sé, è
qualcosa di “artificiale” , che non possiamo sperimentare realmente se non nel
ricordo. La fotografia è una forma d’arte, che svela insospettate presenze, è
un ponte metafisico verso la realtà, mai così vicina.