Nati male


Questa mattina, al supermercato, mia moglie ed io vediamo sopra uno scaffale dei panettoni in offerta ! Sarebbe un po' prestino... mancano più di due mesi a Natale, e di solito le offerte le fanno dopo le feste, quando il panettone ormai ci esce perfino dalle orecchie.
Incuriosito, seguo docile mia moglie, che quando vede il cartellino rosso delle offerte rimane ipnotizzata, e si muove con passo vagamente robotizzato.
La marca è buona, Melegatti... e allora dove sta l'inghippo ? Sono difettosi, quelli venuti male come forma. In effetti... sono leggermente schiacciati, come se gli fosse passato sopra un elefante. Ci guardiamo un attimo... ma chissenefrega... è buonissimo... hihi

La follia nel cinema

In Shutter Island buono l'inizio, l'atmosfera, le musiche. Man mano che la trama procede, l'entusiasmo si smorza, e compare una sensazione di dejà vu.
In effetti ho una buona memoria visiva, ed il mio cervelletto ha come hobby quello di fare connessioni, correlazioni, trovare leitmotiv nascosti. Non avrò una grande cultura cinematografica, ma i film, quelli belli, mi rimangono, e senza volere a volte riaffiorano.
Quando ho visto Max von Sydow mi è venuto in mente il cineforum, da ragazzo. Quei tremendi film di Bergman in bianco e nero: una palla mostruosa, mai capito niente. Mi è rimasta la scena del povero von Sydow che gioca a scacchi nei panni della morte, e poco altro...
L'idea di un folle che alla fine " scopre " di essere tale, e che la sua vera vita è un'altra, non è affatto nuova, nella letteratura e nella cinematografia.
Pensate a Russel Crowe (John Nash) in " A beautiful mind " ed ai suoi deliri con l'FBI, plausibili ma... assolutamente folli ! Altro richiamo collaterale il film " La Prova " con Anthony Hopkins e Gwyneth Paltrow, in cui drammaticamente alla fine si scopre che il padre, grande matematico, è completamente folle.
Lo spettatore ogni volta è colto da una vertigine : la consapevolezza di poter vivere addirittura una vita intera che poi si riveli irreale, fasulla, altra... e per un attimo il brivido che possa accadere (se non accade già...) a lui.
In psichiatria sono note molte condizioni come la " Sindrome di Asperger ", di cui soffriva Nash (oltre, forse, a Newton, Einstein, Fischer, Gould e molti altri geni), o la " Sindrome di Capgras "  resa perfettamente nel film " L'invasione degli ultracorpi ", in cui coesistono aspetti di spersonalizzazione, allucinazioni e tratti schizoidi. Non c'è che l'imbarazzo della scelta...
Da wiki leggo che il film è basato su un romanzo del 2003, ma esiste un ben preciso "antecedente ".
C'è infatti un altro (bellissimo) film del 1981 : " La nona configurazione " di Peter Blatty, l'autore del " L' esorcista " . Ecco alcuni  dei punti in comune : un veterano della guerra in Vietnam, un eccezionale berretto verde, pluridecorato, uccide una marea di nemici, molti a mani nude, fino al clou (che rivede spesso nei sogni), in cui stacca la testa ad un bambino (mi pare...).
Pensate al Marlon Brando di " Apocalypse now ", quando " elogia " i vietnamiti, capaci di tagliare le braccia ai bambini che hanno accettato di farsi vaccinare contro la polio dagli americani.
Questo veterano un giorno si presenta bello bello ad un manicomio militare, nei panni di uno psichiatra, anzi ne è il direttore (crede). Ovviamente lui non ricorda nulla del suo passato, ed in realtà il vero psichiatra è suo fratello, che spera di poterlo curare. Ci sono molte divertenti scenette con i matti, che riagganciano alla fuga di Nicholson sull'autobus giallo carico di pazzi in " Qualcuno volò sul nido del cuculo " .
Il parallelo col protagonista di Shutter Island, Di Caprio, è evidente : qui il protagonista è stato (ancora!) un militare americano, ha visto gli orrori di Auschwitz, ha ucciso molto. L'episodio della moglie che affoga i suoi tre figli l'ha reso folle, e si crea una vita parallela, un'elaborata e fumettistica finzione, anche qui con un'improbabile trama romanzesca da scadente film di spionaggio. Alla fine rinsavirà...
Ancora... nel film del 1981, il protagonista, Stacey Keach, ha un amico che vuole " redimere ", un ex-astronauta, e per cui è disposto a sopportare qualsiasi angheria. Alla fine, per dargli un segno dell'esistenza della vita oltre la morte, problematica che ossessionava l'amico, si uccide: quasi un novello Gesù. L'amico, tempo dopo, con quel segno ritrova la serenità interiore, la fede.
Nel film di Scorsese abbiamo il " compagno " che è, sebbene a fasi altalenanti, l'unico di cui Di Caprio si fida, ed a cui si aggrappa per convincersi che la sua finzione sia invece la realtà. Questo collega , dell'FBI (!), si rivelerà essere in realtà il suo psichiatra, come il fratello del protagonista nel film del 1981 !
A lui, alla fine, lancia l'enigmatica frase " Meglio morire da sani o vivere da mostri ? ", con cui fa intendere di essere ritornato sano, e di preferire la morte piuttosto che dover sopportare il dolore per aver perso la sua famiglia. In sostanza, anche qui il protagonista si sacrifica, e " sceglie " volontariamente di morire.
Come vedete i punti di contatto sono moltissimi... in parole povere Scorsese ha plagiato il film di Blatty, o almeno ne ha preso a piene mani... fin troppo ! Occorre dire che fra i due preferisco, e di gran lunga, il film del 1981 ?
Inoltre a me piacciono le scene, o i film, in cui un personaggio riesce a picchiare di santa ragione, e spesso e volentieri ad ammazzare, una banda di violenti. Penso a Charles Bronson ne " Il giustiziere della notte"... magnifico.
Bene, ne " La nona configurazione " c'è la miglior scena mai vista su questa " tematica ". Ve la propongo (in inglese). Una banda di bulli ha preso in ostaggio, in un bar, il protagonista, Stacey Keach ed il suo amico, il magro ex-astronauta. Alla fine la micidiale macchina da combattimento, il berretto verde, riaffiora... la mano che afferra quella del punk col boccale di birra, segna l'inizio della strage...