FB e le citazioni

Si fa a gara a pescare aforismi, citazioni, proverbi, brevi poesie, salaci motti di spirito. Ci sono decine di gruppi con pagine specializzate, come in internet ci sono siti interi con aforismi divisi per tematiche o per autore.
Ovviamente la gran maggioranza sono bellissimi, spesso capolavori nel loro genere, e rifletto sul fatto che la gente ha bisogno di comunicare dei sentimenti profondi, ma non sa come fare, se non citando, cioè condividendo un link.
Molti sono timidi, molti si sentono inadeguati, da ciò la fortuna di questi aforismi / proverbi / frasi celebri, perchè riescono cioè ad esprimere in maniera concisa concetti che altrimenti necessiterebbero di molto più spazio.
Non pretendo certo che ognuno si improvvisi scrittore, o poeta, o filosofo, anche perchè molti hanno poco tempo, magari aprono FB mentre sono al lavoro !
Quello che emerge, è il bisogno di condividere sentimenti in cui si crede, stati d'animo, progetti, modi di vedere la vita. Siamo tutti poeti in fondo... l'artista è colui che sa portare alla luce le bellezze dell'animo nascoste in ciascuno di noi.
Fra le altre, c'è una tematica abbastanza ricorrente : in sostanza vivi la vita fino in fondo, senza paura.

" L'ostacolo più grande è la paura... Il sentimento più brutto è il rancore... l'errore più grande è rinunciare...! "

" Folle colui che osa... pazzo colui che non rischia... "

" Cammina senza piedi, vola senza ali, pensa senza mente "

Mi verrebbe da chiedere... ma voi ci riuscite ? Sempre e comunque, a tutti i costi ? Siete davvero persone che non scendono mai al compromesso ? Per cui accontentarsi vuol dire cedere... Sono al cospetto di una schiera di filosofi dell'antica Grecia ?
O è solo la saggezza suggerita dagli errori, dal non aver realizzato quel sogno.
Non è per caso un " provaci tu, sali sulle mie spalle e dimmi cosa vedi, perchè io sono troppo stanco ormai, o vecchio, e la mia vista si è indebolita " ?
Come quelli che non cambierebbero una virgola di quello che hanno fatto nella vita... beati loro ! Se potessi tornare indietro...
Un'ultima considerazione : la solitudine. Siamo isole, e cerchiamo disperatamente di gettare dei ponti, chi scherzando, chi dicendo cose serie. O sto solo proiettando ?

FB ed i commenti

Continua la mia analisi su questa galassia situata nell'universo della rete. Ce ne sono tante, ma per adesso conosco solo questo, dei cosiddetti social-network.
A parte le difficoltà evidenziate in post precedenti,  per capire la differenza fra bacheca e home, volgo adesso lo sguardo indagatore sui commenti.
FB ne può immagazzinare 32-34, dipende dalla lunghezza. Fino a questo numero visualizza diligentemente gli ultimi due, dopo si stufa e salomonicamente chiude le porte: il post riacquista così la perduta verginità. Si legge solo il numero dei commenti; ovviamente se clicchi si riapre la gigantesca fisarmonica.
A me piacciono i commenti se... mi piacciono... se no li cestinerei tutti. Parlo ovviamente per i miei post. Se trovo l'atmosfera scherzosa, vado avanti a lungo, sto al gioco. Talvolta, forse, divento un po' pesante e mi concedo confidenze inopportune. Se invece arriva un commento che non c'entra niente col post, o coi commenti precedenti, cala il gelo.
In altri casi i commenti diventano così interessanti e spiritosi da sostituirsi al post originario. E' quello che nei forum gli admin cercano di evitare : off-topic !
Ma se il topic è mio, i commenti intelligenti, che siano riflessivi o pieni di brio, sono i benvenuti, sempre; il problema è che sono rari !
Ovvio che FB non è un blog, e spesso e volentieri ci sono semplici "ciaccole", ma se fatte con spirito, allargano il cuore. A meno che non si tratti di aforismi/citazioni , un altro fenomeno molto frequente, che esaminerò la prossima volta.

Dietrologi e complottisti da strapazzo

" Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze "   (Oscar Wilde)

Quel " non " andrebbe scritto in maiuscolo, usando un carattere gigantesco, il grassetto e magari sottolineato...
E' quel " non " che fa la differenza fra un genio ed una persona normale. Sembrerebbe ovvio pensare : se uno è superficiale vuol dire che giudica dalle apparenze !
Superficialità implica rimanere appunto allo strato esterno, non scavare, non andare a fondo, non gettare uno sguardo su ciò che sta dietro, sulle vere cause, sui moventi psicanalitici, sul rumore di fondo dell'animo umano. Considerare solo ciò che appare e non ciò che è...
Ma senza addentrarci troppo in disquisizioni filosofiche, metafisiche, che vano cioè al di là della fisica, del mondo reale, qui i sensi ci aiutano, sono vigili, sono darwinianamente utili alla nostra sopravvivenza. Ci segnalano un pericolo: quello di dimenticare noi stessi, le nostre radici, chi siamo e cosa facciamo.
Tutti i cinque sensi si sono sviluppati e sono stati selezionati per la loro efficacia ad avvertirci dell'approssimarsi di una minaccia: che sia un animale, un veleno, una pianta irta di spine, una superficie troppo calda che potrebbe ustionarci, e così via.
Ma la nostra mente si è evoluta, fin troppo... in alcuni casi, patologici, si parla invece di vera e propria involuzione. Solo menti deformate da una malattia profonda e definiti in vario modo : dietrologi da strapazzo, complottisti " fini ", quelli insomma che nessuno li fa fessi, possono concepire, senza voler fare politica (!) che l'11/9/2001 sia stata tutta una gigantesca macchinazione ordita dagli americani.
Quella è una pietra miliare nella storia recente, non per le ovvie interpretazioni geopolitiche, ma come cartina al tornasole per giudicare della sanità mentale di una persona.
Una sana diffidenza, lo scetticismo dello scienziato che giustamente vuol vederci chiaro, è anni luce distante da questi buffoni che credono di saperla lunga. La scienza si basa su ciò che appare ! Sui nostri sensi, su ciò che può essere esperito, riprodotto in laboratorio, toccato con mano. Se poi le implicazioni ultime di questo processo sono che è la terra a girare attorno al sole e non come ci "sembra", o che il tempo varia a seconda della nostra velocità, questo è un altro paio di maniche.
Prima si parte dalle ipotesi più ovvie, termodinamicamente semplici, sfoltite col rasoio di Occam , e poi se i fatti non "quagliano", si cercano ipotesi alternative, complementari, a volte opposte.
La scienza è piena di esempi di clamorosi vicoli ciechi, ma la base, il primum movens è sempre lo stesso : partiamo da ciò che vediamo...
Adesso rileggete la frase di Wilde, e ditemi se non ne scorgete la profondità abissale. Volete un supporto ? Un aiutino ? Ancora stentate a crederci ? Ecco qua...

" Non c'è niente di più profondo di ciò che appare in superficie " (Hegel)

La rivincita dei peones


Famosa scena di De Niro. Chi di noi " repressi " non ha mai sognato di fare come lui ? Non per niente mi piacciono da morire i film come la serie di Charles Bronson " Il Giustiziere della notte " . Nella scena seguente l'audio (purtroppo) è stato cambiato.


Memorabile Michael Douglas in un " Un giorno di ordinaria follia " . Qui è alle prese con problemi di contesa territoriale...


Le interpretazioni, implicazioni, derivazioni , analisi psicanalitiche di tutto ciò ? Un'altra volta, anche se non ci vuole un luminare... hehehe

Prefazione

Certo che se date un'occhiata a destra, alla colonna delle tag, o etichette, penserete, " ma dove sono capitato/a ? "... questo è un blog serio ; il proprietario dev'essere un filosofo, un uomo di scienza, un tipo pallosissimo...
"Aforismi " , "Anassagora", " Anassimandro " , " Aristotele" ... mazza, e che d'è ? Per fortuna recupera con " Calcio " ma, c'è un solo post !
Forse ho dato un'impronta un po' troppo seriosa al blog, ed in fondo artefatta. Per rimediare, l'unico modo è scrivere spesso, possibilmente di getto, senza consultare Wikipedia ed affini, e senza voler a tutti i costi scrivere una " lezione " per lettori semianalfabeti.
Una volta, infatti, facevo così, ed avevo qualche lettore in più. Mi alzavo per esempio una mattina, quasi all'alba, e scrivevo le prime impressioni che mi passavano per la testa, senza un canovaccio, senza uno scopo, senza voler impressionare nessuno per saggezza o cultura o intelligenza.
Riprenderò questa abitudine, il blog essenzialmente serve a questo: a scaricare ansie, frustrazioni, paure, come se ci si sedessimo sul lettino dello psicanalista.
Questi post " spiccioli ", alla buona, li riunirò sotto l'etichetta " osservazioni ", anche se non osservano un bel niente. O forse meglio note ? Già il blog ha il titolo poco fantasioso " Appunti ", se ci aggiungiamo note, postille, rimandi, sembrerà nuovamente un trattato dal sapore accademico.
Potrei mettere  "Cazzeggi " , che sarebbe più aderente, o " Seghe mentali " o " Pinzillacchere "...
Vabbè, lasciamo osservazioni, consideratela una prefazione ad un nuovo (anzi vecchio) modo di fare blog " personali ". Il motto però è sempre quello : " Chi mi ama mi segua ", se vi sto antipatico... sciò... fuori dalle pelotas.

Paletti

Su Facebook, ma succede forse anche con i forum, i blog, o con altre diavolerie simili ( ne inventano una alla settimana), ci sono vari livelli di comunicazione, di confidenza fra due persone.
La mia esperienza non è lunga, con FB, ma ho già inquadrato alcune situazioni tipo, che poi possono avere i corrispettivi nella vita reale.
Una volta c'erano i segnali di fumo... poco pratici, sono stati presto sostituiti dalla corrispondenza. Qualcuno di voi scrive ancora lettere ? Per comunicare intendo, non per lavoro... difficile.
Poi è arrivato il telefono: lunghissime telefonate con la ragazza (o il ragazzo), fino a quando la cornetta scottava sull'orecchio.
E' arrivato il PC, con i forum e le liti furibonde fra gli utenti, nascosti dietro i più bizzarri avatar, che facevano drizzare i capelli in testa agli amministrattori, i mitici " admin ". Poi il blog, una specie di diario illustrato che permette i commenti dei pochi " afecionados ", sempre i soliti. Anche sui forum, ma poco praticata, ed invece parte essenziale per Messenger e affini, è la chat. Ce ne sono perfino in cui più utenti possono parlare contemporaneamente, quasi delle videoconferenze in diretta.
Il telefono si è preso presto la rivincita. Una volta, sembra inconcepibile oggi... l'uomo poteva camminare per la strada, fare compere, lavorare, ritornare a casa, senza dover rispondere al cellulare. Chissà come facevano a risultare irreperibili per ben trenta minuti, oggi sono tutti manager...
E' il trionfo del cellulare, più necessario dell'aria che respiriamo, dell'acqua che beviamo; è ubiquitario, dal miliardario all'extracomunitario. In Italia ci sono due cellulari per ogni abitante !
Ma anche il cellulare si è evoluto, con l'arrivo degli SMS. Il quadro quindi è estremamente variegato... vi capita di osservare persone che parlano da sole, è perchè hanno gli auricolari... guidatori che chiacchierano ma nel sedile accanto e su quelli posteriori non c'è nessuno, è perchè hanno il viva voce... persone che ascoltano, è il TomTom... quasi tutte poi digitano furiosamente col pollice sull'infernale aggeggio, assorte, quasi ipnotizzate. Il PC ha in seguito istituito la chat con Webcam, ma qui rasentiamo ambienti a luci rosse...

Ma non è delle meraviglie della tecnica che volevo parlarvi, cose che sapete usare meglio di me, io neanche ho il cellulare (ORRORE! ) perchè demando " il tutto" a mia moglie.
E' sui rapporti che si instaurano, e che mantengono dei rigidi paletti invalicabili, che volevo fare qualche riflessione.
C'è una donna con la quale chatto amabilmente, ma che dopo pochi minuti, imbarazzata, mi saluta. La stessa invece può "conversare" con me per ore, tramite messaggi. Il messaggio non è la chat. Non è la lettera ma neanche l'SMS...
Facciamo una scaletta, sull'ultimo gradino (escludendo ovviamente il contatto de visu) c'è la telefonata, diretta, richiede un alto livello di confidenza. Più sotto c'è la chat, che sembra quasi una telefonata, ed è paragonabile all'SMS, ma quest'ultimo impiega un orrendo linguaggio sui generis per risparmiare battute. I tempi di risposta sono superiori, quindi la chat è al secondo posto.
Il messaggio è tipo l'SMS, ma è più ponderato. Si compone con più calma, si scrive meglio, c'è più tempo per ripensarci ed eventualmente correggere o eliminarlo del tutto e ricominciare daccapo. Assomiglia alla lettera, ma ovviamente è molto più rapido e... meno compromettente. Puoi mandare messaggi con chi hai una certa confidenza, ma certamente ne è richiesta molta di più per inviare una lettera (che oggi nemmeno si usa più).
Poi c'è il commento... ed è una categoria a sè stante. Può essere anonimo, nel senso che lo puoi fare alle frasi di gente che non conosci per niente, sia che tu ti presenti col tuo nome, che con uno pseudonimo. Puoi farlo a gente che conosci appena, e può essere scherzoso, neutro, ironico, minaccioso.
Ma nello stesso tempo puoi fare commenti a gente che conosci molto bene. E qui la particolarità e l'aspetto " double face " del commento. A volte (spesso nel mio caso), non hai abbastanza confidenza con una persona per un messaggio o per chattare, e allora fai un commento. La persona ti risponde, ed il gioco (l'eterno gioco della seduzione), può andare avanti a lungo.
Succede, a volte (almeno a me), di essere più brillante nei commenti che nella chat o nei messaggi. Deve essere una forma di timidezza, ma anche l'inverso, di esibizionismo. Spesso l'altra persona sembra trovarsi nella stessa situazione, e succede che entrambi si "corteggino" o semplicemente flirtino in pubblico, mentre appena aprono la chat, l'imbarazzo diviene palpabile.
Varie forme di interazione, permesse da tecniche diverse, ognuna con la sua peculiare sfumatura. Nell'insieme formano un corpo unico, un linguaggio con i suoi precisi schemi e divieti. Spesso avvengono incomprensioni e magari una bella amicizia viene troncata sul nascere, ma succede anche nella vita reale !
Tutto questo ha arricchito o impoverito la comunicazione ? Da una parte gli strumenti sono molteplici, dall'altra si riflette di meno su quello che facciamo e soprattutto... si rinuncia ad una bella boccata d'aria fresca, fuori casa, magari portando a passeggio il cane...

Facebook : troppo o troppo poco ?

Ecco un tentativo che ho fatto su FB, sulla mia bacheca. Parlo di tentativo perchè alla fine non ho potuto pubblicarlo. Leggete e scoprirete l'arcano...

Posso scrivere qui, solo soletto sulla mia bacheca, o devo schiacciare quel benedetto pulsante "condividi" ? Condividi con chi ? Amici ? Conoscenti ? Gente che ha in comune con te almeno una passione ? Passanti ? Estranei ?
Se tutti scrivessero, come me adesso, la home page diverrebbe un casino illeggibile. Mi/ci toccherebbe "nascondere" i 9/10 degli utenti !
I simili vanno coi simili, o qualcosa del genere, in latino.
Continuo a confondere FB con un blog. Sul blog scrivi quello che vuoi, ma su FB ? Che si scrive su FB ? " Chemenefotteammia " sapere che la tal dei tali ha acquistato un nuovo trattore su Farmville ? ... si certo, condivido (inizio ad odiare questo verbo) tutti gli appelli per salvare, curare, difendere, allattare i cani, i gatti, e ovviamente aiutare i poveri (dovevo metterlo per primo), gli ammalati, i bisognosi di trasfusioni, ma sulla salvaguardia dei ramarri ho qualche dubbio.
E adesso come faccio a pubblicare questo sulla MIA bacheca, su una bacheca che chi ha interesse viene (eventualmente o casualmente ) a guardare, ma che non voglio sbattere in faccia al prossimo ?
Devo condividere ? Provo con "Allega" ? Basta che non mi esca il famigerato "che stai pensando" ...
Adesso sferruzzo sulle opzioni, fino a che non si vedrà più un tubo... hehehe
C'è l'opzione "Solo Andrea"... un po' troppo ristretta... c'è "Andrea + amici", che vuol dire che la leggo io ed i miei 34 amici (44 gatti in fila per sei...).
C'è l'opzione "solo amici"... cioè ? Loro la vedono ed io no ? Bella questa ! Poi c'è l'opzione tutti, di evidente significato, che è, penso, quella che ho adesso.
Ma devo "condividere".... non basta schiacciare ENTER o INVIO...asp che provo...
no, mi manda a capo... condividere... io sono egoista per natura, non voglio condividere 'na mazza...
Asp... c'è pure "amici di amici", di chiaro stampo mafioso. Poi c'è la "personalizzata", ma io non parlavo di privacy, parlavo di quattro righe messe in croce...
Se schiaccio " condividi " va subito sulla " home ". Mamma mia... home = telefono casa E.T.
Ma di chi è questa home, di FB forse ? No... è la home di tutti i tuoi amici.... ahhhh ma non siamo un po' troppi per avere una sola home in comune ? Figurati quelli che hanno migliaia di amici/contatti. C'è chi scrive di merletti, chi fa quei benedetti quiz, chi ti invita ad unirti ad un gruppo di squilibrati, chi manda baci, sorrisi, abbracci, regali.
Se non vuoi impazzire, devi giocoforza " nascondere " un sacco di rompipalle... ma allora tanto valeva che ognuno scrivesse sulla sua bacheca e chi voleva andava a vedere... o no ?
Basta... schiacciamo questo " condividi " e non se ne parli più...
Se invece esiste la possibilità di pubblicare SOLO sulla bacheca senza invadere la home, ditemelo ! Così non mi leggerete più.... hehehe

DLIN DLON.... c’è la clausola dei 420 caratteri ! Non puoi superare questa cifra. Il “ piccolo messaggio ” sopra ne aveva la bellezza di 2770 ! La trovo una cosa giusta, per evitare deliri solipsistici. Ecco perchè alla fine non ho POTUTO condividere, ma ho riportato il tutto sul mio fedele, e vuoto blog .
Si perchè odio l’ipocrisia... su FB sei fin troppo invadente, ma sul blog, a meno di non avere una cerchia di veri amici/conoscenti/appassionati, o di saper scrivere veramente bene, dopo un po’ rimani solo soletto, altro che bacheca.... hehehe

Facebook ed il numero di Erdos

FB è un mondo strano. A parte com'è organizzato, può piacere o meno, volevo soffermarmi su di un punto, per poi estendere il discorso : gli amici.
Attualmente ne ho la bellezza di 38... c'è chi ne ha migliaia... ma se clicco su qualcuno di loro, c'è un'altra interessante statistica : " Amici in comune ". Quindi sopra si vedono gli amici in comune, e sotto il totale.
Ognuno di noi , che è iscritto a FB (ma vale anche nella vita reale), ha una cerchia di amici/conoscenti. Ciascuno di loro altrettanto, ma ovviamente questi " insiemi " sono molto differenti per numero e distribuzione spaziale. Fra due persone che si conoscono c'è (ma non è sempre così) qualche amico in comune, pensate alla teoria degli insiemi.
Queste zone " grigie " in comune, queste sovrapposizioni, overlap, possono contenere più o meno persone, ma fatalmente, ciascuno di noi, ha degli amici/conoscenti che l'altro non ha.
Ma attenzione, qualcuna di queste persone che è estranea ad uno dei due, può a sua volta conoscersi ! Ecco che il numero di situazioni possibili cresce in maniera esponenziale, ma ci sono due aspetti da sottolineare.
Fra me ed un'abitante di Pechino, è probabile che non ci sia nessun amico in comune, ma se salto da un'isola all'altra, correndo su un ponte costituito dagli "amici degli amici", come direbbero in Trinacria, ecco che magari riesco ad arrivare a lui.
In sostanza sebbene ciascuno di noi sia un'isola, e faccia parte, coi suoi amici, di un'arcipelago, è quasi impossibile che esista una persona che non conosca NESSUNO ! Ed è molto probabile (non certo) che se partiamo, per esempio, da me, che pure ho pochi conoscenti, possiamo raggiungere, con questa catena di amici degli amici, chiunque. Quindi alla fine tutti conoscono tutti !
C'era un grande matematico ungherese, ebreo : Paul Erdos. Scriveva articoli con altri autori. Lui aveva il numero 0; chi scriveva con lui n+1, cioè 1. Chi scriveva un articolo con quest'ultimo, n+2, cioè 2, e così via. Chi rimaneva aveva numero di Erdos = infinito. In sostanza molti matematici che avevano pubblicato articoli avevano un numero di Erdos finito.
Le regole erano strette : valevano solo articoli pubblicati su una rivista scientifica, non solo l'amicizia o la semplice conoscenza !
Ecco... partendo da me... modestamente... quanti hanno numero di Pavani infinito ? Se le regole sono la conoscenza, anche solo su FB, data la catena di " amici degli amici ", penso molto pochi !
Io ho ovviamente numero di Pavani = 0. Chi mi conosce ha 1, chi conosce qualcuno che mi conosce ha 2, ed eventuali suoi conoscenti 3, e cos' via...
Notate come ad ogni " passaggio " i numeri possono estendersi enormemente, se la persona è estroversa e socievole, come " chiudersi " ad imbuto (se la persona è un misantropo).
Arriverò all'uomo che vive a Pechino ? O ha un numero di Pavani infinito ?

L'orologio

Quando leggo libri di astrofisica, come questo bellissimo di Hawking : " L'universo in un guscio di noce",  la sensazione è sempre la stessa : inadeguatezza.
La mente di fronte alle sfide alla logica : il tempo/spazio che si incurva, la velocità della luce costante, il fascino del Big Bang, la radiazione cosmica di fondo, il red-shift delle galassie.
Ci vuole tempo, non i quindici-venti miliardi di anni dell'universo, ma qualche generazione, per far sì che simili strabilianti fatti contro-intuitivi divengano banalità su cui nessuno sollevi più obiezioni.
Del resto l'intuito, la ragione, la logica perfino, possono portare fuori strada clamorosamente. Non pareva a menti eccelse dell'antichità che fosse il sole a ruotare attorno alla terra ? E non sembrava quest'ultima piatta, oltre ogni ragionevole dubbio ?
Ormai nessuno ci riflette su, non per superiore intelligenza, o comprensione del problema, ma perchè anche un buzzurro semianalfabeta qualunque può sfogliare un periodico e vedere una foto della Terra scattata dallo spazio.
E così il fatto che l'orologio atomico che volò a lungo su Concorde e su Boeing 747 segnasse una infinitesima differenza dal suo gemello rimasto fermo a Washington, non desterà più meraviglia. Nei viaggi interstellari non si parlerà più di differenze di fuso orario, ma di ora rispetto ad un sistema di riferimento... e si apporteranno automatiche correzioni a seconda di quanto a lungo e quanto velocemente si è viaggiato...
La frase il mio orologio va indietro poi, dovrà essere ulteriormente specificata... per evitare di far credere di possedere l'elisir dell'eterna giovinezza.